Se devo vivere di te, che sia duro e cruento,
la minestra fredda, le scarpe rotte, o che a metà dell' opulenza
si alzi il secco ramo della tosse, che latra
il tuo nome deformato, le vocali di spuma, e nelle dita
mi si incollino le lenzuola, e niente mi dia pace.
Non imparerò per questo a meglio amarti,
però sloggiato dalla felicità
saprò quanta me ne davi a volte soltanto standomi nei pressi.
Questo voglio capirlo, ma mi inganno:
sarà necessaria la brina dell' architrave
perché colui che si ripara sotto il portale comprenda
la luce della sala da pranzo, le tovaglie di latte, e l' aroma
del pane che passa la sua mano bruna per la fessura.
Tanto lontano ormai da te
come un occhio dall' altro,
da questa avversità che assumo nascerà presto
lo sguardo che ti meriti.
Julio Cortàzar
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