martedì 14 febbraio 2012

Tentativo di gelosia

Come state con quell'altra -
più semplice, vero? - Un colpo di remo!
lungo la linea della costa
se n'è andato presto il ricordo

di me, isola flottante?
(nel cielo - non sulle acque!)
Anime, anime! - sorelle dovete essere,
non amanti - voi!

Come state con una donna
semplice? Senza divinità?
Deposta dal trono la sovrana
(e da esso disceso),

come state - vi date da fare -
vi raggrinzite? Vi alzate - come?
Con il dazio dell''immortale mediocrità
come ve la cavate, poveretto?

"Spasimi e intermittenze,
basta! Mi prenderò una casa."
Come state con una qualsiasi -
voi, eletto mio?

V'è più connaturato e commestibile
il cibo? - Non nascondere il successo!
Come state con un simulacro -
voi che avete calpestato il Sinai?

Come state con un'estranea,
una "terrestre"? Per la costola - v'è cara?
La vergogna con le briglie di Zeus
non vi frusta la fronte?

Come state - come vi sentite -
cosa potete? Cantate - come?
Con la piaga dell'immortale coscienza
come ve la cavate, poveretto?

Come state con un articolo
da mercato? La servitù è dura?
Dopo i marmi di Carrara
come state con la polvere

di gesso? (Dio scolpito,
in una gleba - e frantumato!)
Come state con una centomillesima -
voi, che avete conosciuto Lilith?!

Dell'ultima novità di mercato
siete sazio? Stanco delle maghe,
come state con una donna
terrestre, senza i sesti
sensi?
Via, per la testa: siete felice?
No? Nella frana senza profondità -
come state, mio caro? E' più pesante?
E' forse così - come per me con un altro?

Marina Cvetaeva
1924

venerdì 10 febbraio 2012

Metti in serbo per le stagioni fredde

Metti in serbo per le stagioni fredde
queste parole, per le stagioni dell'ansia!
Come il pesce sulla sabbia, l'uomo sopravvive:
se si trascina agli arbusti e s'alza
su gambe incerte e storte e va, con un rigo della penna,
nelle viscere stesse della terra.

Esistono leoni alati, sfingi col seno
di donna, angeli in bianco e ninfe del mare:
a colui che sostiene sulle sue spalle il peso
di buio, caldo e - oso dirlo- dolore,
sono più cari degli zeri concentrici nati
da parole gettate.

Josif Brodskij

giovedì 2 febbraio 2012

Da Il Tropico del Cancro

Niente che m'era successo finora era bastato a distruggermi, nulla era andato distrutto, se non le mie illusioni. Io ero intatto. Il mondo era intatto. Domani poteva anche esserci la rivoluzione, l'epidemia, il terremoto, domani poteva non restare viva un'anima a cui volgersi per compassione, per aiuto, per fede. A me sembrava che la grande calamità si fosse già manifestata, che io non potevo essere più veramente solo che in quel preciso momento. Decisi che non mi sarei attaccato a nulla, che non avrei atteso nulla, che d'ora in poi avrei vissuto come un animale, una bestia da preda, un pirata, un predone. Anche se dichiarassero la guerra e toccasse a me di andare, io afferrerei la baionetta per affondarla, affondarla fino all' elsa. E se stupro fosse ordinato, stuprato io avrei, con il massimo zelo. E proprio in quell'attimo, nell''alba tranquilla di un giorno nuovo, non era forse la terra vertiginosa di delitti e di miserie? La marcia incessante della storia aveva mai alterato, vitalmente alterato, un elemento solo della natura dell'uomo? Da ciò che egli chiama la parte migliore della natura, l'uomo è stato tradito, ecco tutto. Di limiti estremi del suo essere spirituale l'uomo si ritrova nudo come un selvaggio. E quando trova, per modo di dire, Iddio, allora è pulito e schietto: uno scheletro. Bisogna intrufolarsi nella vita per metter su carne. Su qualunque crosta mi si fermi l' occhio, io voglio piombarci sopra, e divorare. Se vivere è il meglio che ci sia, allora voglio vivere, a costo di diventare cannibale. Finora ho cercato di salvare la mia pellaccia preziosa, ho cercato di conservare i pochi pezzi di carne che mi nascondono le ossa. Ne ho abbastanza. Ho raggiunto i limiti della sopportazione. Son con la schiena al muro, non posso ritirarmi più indietro. Per ciò che riguarda la storia sono morto. Se è rimasto qualcosa, più in là, dovrò balzare indietro. Ho trovato Dio, ma non è sufficiente. Io sono morto solo spiritualmente. Fisicamente sono vivo. Moralmente sono libero. Il mondo da cui mi sono staccato è un serraglio. Erompe l'alba su un mondo nuovo, una giungla in cui gli spiriti magri vagano con artigli aguzzi.
Se io sono una iena, sono una iena magra e affamata: vado a ingrassarmi.

Henry Miller

mercoledì 1 febbraio 2012

Sue Coe






Nasce nel 1951 a Tamworth, nello Steffordshire.

La straordinaria sensibilità nei confronti dei diritti degli animali riflessa nelle suo opere e il suo continuo denunciare gli orrori dei mattatoi e del mercato della carne è in gran parte dovuta al fatto di essere cresciuta in una casa situata quasi accanto ad un macello. Il suo lavoro a partire dagli anni ottanta si concentra sull'attualità e la politica. contestandone i soprusi e le ingiustizie.

La sua arte risente di importanti inflluenze, come Soutine, Goya e Rembrandt, le illustrazioni più recenti riguardano l'attacco alle Torri Gemelle e l'indignazione nei confronti dell'amministrazione Bush, la sua ultima raccolta Ship of fools... a song cycle for 5 voices è stata pubblicata nel 2005.






Sue Coe, Modern man followed by the ghost of his meat, 1990