mercoledì 6 giugno 2012

David Olère

Le opere di David Olère - nato a Varsavia il 19 gennaio 1902, arrestato in Francia durante i rastrellamenti e deportato nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau - sono la più impressionante e viva testimonianza della memoria di una delle pagine più agghiaccianti della storia dell'uomo. Sopravvissuto al lavoro nel Sonderkommando, di cui Olère ha fatto parte, ha registrato con disegni, schizzi e quadri scene di vita quotidiana nel campo di sterminio. David Olère studiò all'Accademia delle Belle Arti di Varsavia, successivamente si trasferì in Francia, a Parigi, dove frequentò l'ambiente artistico dei quartieri di Montmartre e Montparnasse. Nel 1930 sposò una giovane modista, Juliette, dalla quale ebbe un figlio, Alexandre. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, David Olère venne mandato in missione a Lons - le - Saunier. Di lì a poco, venne arrestato e imprigionato a Drancy. Il 2 marzo del 1943, Olère fu caricato su un treno dal campo di internamento di Drancy ad Auschwitz. All'arrivo, venne incaricato a lavorare nel campo, assieme ai restanti sopravvissuti alle camere a gas - 119 su circa mille persone scese con lui dal convoglio. La conoscenza di sei lingue e l'abilità di illustratore gli salvarono la vita. Evacuato di nascosto nel gennaio del 1945 a fronte dell'avanzata dell'Armata Rossa, sopravvisse all "marcia della morte" che lo condusse a Mauthausen e a Ebensee, dove venne liberato dall'esercito americano il 6 maggio. David Olère ritornò prima a Varsavia e successivamente a Parigi dal figlio e dalla moglie, alla quale raccontò ciò che aveva visto e vissuto durante la prigionia e il lavoro al Sonderkommando. La moglie sulle prime pensò che il marito fosse diventato pazzo. L'attività artistica di David Olère cominciò nel 1945, sempre registrando i ricordi dell'atroce esperienza concetrazionaria. Partendo da schizzi e disegni, iniziò a dipingere su tela, e nel 1976 donò alcune sue opere al Museo di Arte del kibbutz del Ghetto Fighters. Morì il 21 agosto 1985, nei pressi di Parigi, insidiato dalle teorie negazioniste. Il figlio Alexandre continua ancora oggi a contribuire per riportare alla luce le opere, la testimonianza e la vicenda umana dell'artista.

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