venerdì 18 novembre 2011

Invece di una lettera

Il fumo del tabacco divora l'aria.
La stanza -
è un capitolo del kruceniko inferno.
Ricorda -
a questa finestra
per la prima volta
frenetico, ti accarezzavo le mani.
Oggi te ne stai lì,
il cuore nel ferro.
Un giorno ancora -
e mi caccerai,
insultandomi, forse.
Nell'anticamera fosca a lungo non scivola
rotta dal tremito la mano nella manica.
Fuggirò via,
il corpo getterò in strada.
Selvaggio,
impazzirò,
troncato dalla disperazione.
No, non ce n'è bisogno,
cara,
buona,
dài, facciamo pace, ora.
E' lo stesso,
amore mio -
un fardello grande infatti -
peserà su di te
ovunque andrai
lascia ruggire in un ultimo grido
l'amarezza dei lamenti offesi.
Se a fatica si riesce ad uccidere il toro -
lui andrà via,
ad accasciarsi nelle fredde acque.
Ma oltre al tuo amore
io
non ho mare,
e dal tuo amore neanche col pianto ottieni tregua.
Se vuole quiete lo stanco elefante -
regale, si sdraia sulla sabbia infuocata.
Ma, oltre al tuo amore
io
non ho sole,
eppure non so dove sei e con chi.
Se tu avessi tormentato così un poeta,
lui l'amata avrebbe venduto per soldi e gloria
ma io
non ho caro altro suono
che il suono del tuo nome amato.
E non mi getterò sui binari,
non berrò il veleno,
nè potrò premere il grilletto sulla tempia.
Su me
oltre al tuo sguardo
non ha potere alcuna lama di coltello.
Domani ti dimenticherai che ti ho fatta regina
che l'anima florida incendiai d'amore,
e il carnevale polveroso dei giorni vani
sgualcirà le pagine dei miei poveri libri...
le foglie secche delle mie parole
sapranno convencerti a restare,
coi loro avidi respiri?
Ma fà che
con un'ultima dolcezza
io rivesta il tuo passo che se ne va.

V.V. Majakovskij
1916

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